I costi contabili legati alla cessione di un ramo d’azienda riguardano principalmente operazioni di assestamento, storno delle attività e passività cedute e la rilevazione della plusvalenza o minusvalenza derivante dalla vendita.
Nel dettaglio:
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Il cedente deve imputare correttamente i costi e ricavi di competenza relativi al periodo antecedente alla cessione, quali quote di ammortamento, accantonamenti per TFR, ratei e risconti, interessi maturati, giacenze di magazzino e altri costi/ricavi correlati.
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Le attività e passività costituenti il ramo d’azienda ceduto vengono stornate dallo stato patrimoniale del cedente ai valori correnti, generando spesso una plusvalenza o minusvalenza da cessione, che viene rilevata come componente straordinaria nel conto economico.
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Il prezzo di cessione è generalmente frutto di trattativa e può differire dal valore contabile netto del ramo ceduto, influenzando quindi l’entità della plusvalenza o minusvalenza contabilizzata.
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Il cedente sostiene anche costi indiretti come spese notarili, imposte di registro, eventuali commissioni di intermediazione e oneri fiscali sulla plusvalenza realizzata (imposte dirette, anche con possibilità di tassazione rateizzata).
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Il cessionario rileva nelle proprie scritture il valore corrente dei beni e passività acquisiti, incluso eventuale avviamento (che sarà ammortizzato fiscalmente nei successivi esercizi), e iscrive un debito verso il cedente pari al prezzo pattuito.
In sintesi, i costi contabili della cessione sono costituiti da:
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Costi di gestione e assestamento ante cessione (ammortamenti, TFR, ecc.)
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Costi diretti collegati all’operazione (spese notarili, imposte indirette)
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Costi fiscali legati alla tassazione della plusvalenza
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Impatti su conto economico da plusvalenza/minusvalenza risultante dalla differenza tra prezzo di cessione e valore contabile netto.
Questa corretta rilevazione contabile assicura trasparenza e conformità fiscale nel processo di cessione del ramo d’azienda.
Certo, ecco alcuni esempi concreti di scritture contabili che evidenziano anche i costi coinvolti nella cessione di un ramo d’azienda, sia per il cedente che per il cessionario.
Esempi scritture contabili per il cedente (inclusi i costi)
Ipotesi:
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Valore contabile netto del ramo ceduto: € 200.000
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Prezzo di cessione: € 250.000 (ricavi da cessione)
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Plusvalenza: € 50.000
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Spese notarili e altre spese accessorie sostenute: € 5.000
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Credito verso il cessionario pari al prezzo di cessione
Scritture:
Data | Conto Dare | Conto Avere | Importo (€) | Descrizione |
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1 | Crediti verso clienti (cessionario) | Ricavi da cessione ramo d’azienda | 250.000 | Riconoscimento credito verso acquirente |
2 | Spese accessorie di gestione (notaio, ecc.) | Banca/Cassa | 5.000 | Registrazione spese notarili e accessorie |
3 | Minusvalenze e/o plusvalenze da cessione | Attività e passività del ramo | 50.000 | Plusvalenza da cessione (componente straordinaria) |
4 | Storno attività e passività oggetto di cessione | Attività e passività cedute | 200.000 | Eliminazione dal patrimonio delle attività e passività cedute |
Esempi scritture contabili per il cessionario (inclusi eventuali costi)
Ipotesi:
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Valore corrente delle attività/passività acquisite: € 250.000 (incluso eventuale avviamento)
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Debito verso il cedente pari al prezzo di acquisto: € 250.000
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Spese accessorie (notaio, registrazione): € 7.000 sostenute e pagate alla cassa/banca
Scritture:
Data | Conto Dare | Conto Avere | Importo (€) | Descrizione |
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1 | Attività acquisite (immobilizzazioni, etc.) | Debiti verso cedente | 250.000 | Iscrizione attività e passività acquisite |
2 | Spese accessorie (notaio, imposte, ecc.) | Banca/Cassa | 7.000 | Registrazione spese accessorie sostenute |
Note importanti:
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Le plusvalenze o minusvalenze vanno sempre iscritte nel conto economico come componenti straordinarie.
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Le spese accessorie alla cessione (oneri notarili, imposte indirette di registro, spese di intermediazione, ecc.) devono essere contabilizzate come costi d’esercizio al momento del loro sostenimento.
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In caso di acconti versati o ricevuti, si rilevano crediti o debiti finanziari temporanei fino alla chiusura definitiva della cessione.
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Per la gestione fiscale e ammortamenti futuri, si tiene conto dei valori iscritti nel bilancio alla data di acquisizione per il cessionario.